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Simboli buddhisti: quali sono e qual è il loro significato

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Indice dei Contenuti

I simboli buddhisti presenti nella nostra quotidianità sono innumerevoli. Ti sarà sicuramente capitato di vederli un po’ ovunque, magari sulla pelle di coloro che decidono di tatuarseli, o come ciondoli in collane e bracciali.

Oltre alla bellezza estetica ogni simbolo ha un significato che è collegato alla filosofia buddhista.

Oggi vorrei proprio parlarti di questi simboli: vedremo insieme cosa sono e cosa rappresentano in modo che anche tu possa scegliere quali più ti rappresentano e tenerli vicino per ricordarti del loro significato  che può essere prezioso per ispirare la tua vita.

Cosa sono i simboli buddhisti?

I simboli del Buddismo sono delle immagini o delle opere simboliche e rimandano ai più importanti insegnamenti e significati profondi della filosofia buddhisti.

Nascono nell’India antica moltissimi secoli fa e venivano inizialmente usati proprio da Siddharta Gautama per spiegare le regole e i principi del Buddismo.

Con il passare degli anni e con la diffusione della meditazione, i simboli sono diventati parte integrante del mondo della spiritualità, anche dello yoga, ma anche della quotidianità delle persone per questo facilmente si vedono.

Gli 8 simboli buddhisti di buon auspicio

Nel Buddhismo indiano e in Tibet sono diffusi gli Astamangala (o Astamamgala) ovvero gli otto simboli di buon auspicio. 

Questi simboli venivano utilizzati dal Buddha per accompagnare i suoi insegnamenti poiché il supporto visivo aiutava meglio i discepoli a comprendere e a imparare ciò che veniva loro insegnato.

Gli otto simboli di buon auspicio sono:

  1. La conchiglia
  2. Il nodo infinito
  3. La coppia di pesci
  4. Il loto
  5. Il parasole
  6. Il vaso
  7. La ruota del Dharma (o Dharmacakra)
  8. La bandiera della vittoria.

Anche se spesso vengono rappresentati insieme, ognuno di questi simboli ha un significato ben preciso. Vediamoli allora tutti più da vicino e scopriamo insieme cosa rappresentano.

La conchiglia

Il suo nome originale in sanscrito è Sankha e viene spesso rappresentata bianca, con una spirale in senso antiorario.

Fin dall’antichità viene utilizzata come uno strumento musicale e nel buddhismo assume il significato della melodia del Dharma, ossia il suono profondo degli insegnamenti del Buddha, che raggiunge ogni essere, si adatta alle sue capacità ricettive e libera dall’ignoranza.

Il nodo infinito

In sanscrito il suo nome è Srivatsa. È composto da linee senza un inizio e senza una fine, che si intersecano tra loro e rappresenta le interconnessioni e il ciclo infinito della causa e dell’effetto.

Questo simbolo indica l’intreccio indissolubile della Saggezza e della Compassione, ma anche l’unione dell’energia maschile con quella femminile, così come l’infinita conoscenza del Buddha e dei suoi insegnamenti.

La coppia di pesci

I due pesci, chiamati in sanscrito Gaurmatsya, vengono spesso rappresentati verticali e paralleli tra loro e rappresentano l’assenza di paura e la capacità di muoversi nella sofferenza poiché abbiamo in fondo abbiamo anche la consapevolezza che porta alla salvezza.

Il loto

Il fiore di loto è molto importante nella simbologia orientale: le radici di questo fiore sono immerse nel fango, infatti cresce naturalmente negli stagni, si immerge ogni notte nell’acqua e rifiorisce la mattina successiva perfettamente pulito.

Per fiorire deve farsi strada attraverso l’acqua torbida fino ad emergere e sbocciare al sole in modo meraviglioso e continua a risorgere così ogni mattina, bello come sempre. In molte culture, per le sue caratteristiche, si associa questo fiore alla rinascita e all’illuminazione spirituale, alla purezza e al trionfo sugli ostacoli.

Il parasole

Il parasole, chiamato in sanscrito Chatra, è un baldacchino che viene utilizzato durante le processioni e le cerimonie per proteggere qualcosa di sacro dal sole o dalla pioggia.

Proprio per questo motivo assume non solo il significato del potere e della regalità, ma anche della protezione del Dharma su tutte le persone, accompagnandole lungo la via che porta all’annullamento della sofferenza e alla rinascita.

Il vaso

Il vaso è uno dei pochi beni che i monaci buddhisti possono possedere. Assume quindi una connotazione molto importante, soprattutto se pensiamo al vaso come contenitore per l’acqua.

Esiste però anche il vaso del tesoro, un tesoro destinato a non esaurirsi, e che rappresenta l’abbondanza spirituale, la longevità e la ricchezza.

La ruota del Dharma (o Dharmacakra)

La Ruota del Dharma simboleggia il Dharma che si muove ciclicamente senza un inizio né una fine e il suo significato riporta alla ruota intesa come arma, capace di portare via tutti gli ostacoli che impediscono agli uomini di liberarsi dalla sofferenza.

La bandiera della vittoria

La bandiera della vittoria, chiamata in sanscrito dhvaja, è presente su tutti i tetti dei monasteri tibetani e simboleggia la vittoria della consapevolezza e della saggezza sull’ignoranza, sulla paura e su ogni negatività. 

Altri simboli buddhisti

Oltre agli otto simboli buddhisti di buon auspicio, nella cultura buddhista si ritrovano altri simboli con significati molto profondi.

Tra questi, voglio presentartene ancora 2 che sono senza dubbio tra i più conosciuti ma anche tra i miei preferiti: il tao e l’Om.

Tao

Il Tao è uno dei simboli più conosciuti della filosofia buddhista e rappresenta il concetto del flusso, del movimento perpetuo e dell’eterno. 

Il Tao indica quindi la forza che scorre nell’Universo ma rappresenta anche l’Universo stesso, nella filosofia taoista tradizionale cinese.

Rappresenta lo yin e lo yang, lo scorrere del tempo, la ciclicità ma anche il movimento che oscilla tra i due estremi, indicate dalle sue metà, che indicano due concetti opposti ma complementari tra loro, come il femminile e il maschile o la luce e l’oscurità.

Om

Om è una sillaba sacra che viene indicato con ॐ e rappresenta uno dei mantra più famosi e potenti della filosofia buddhista, ma non solo, lo troviamo anche nello yoga.

Si tratta di un mantra base ed è considerato il mantra di tutti gli altri mantra. È un mantra antichissimo e si dice che sia il suono che ha creato l’intero universo.

Proprio per questo motivo il mantra OM viene chiamato anche pranava mantra, ossia mantra primordiale.

Ho parlato in modo più approfondito del mantra OM anche nel mio articolo sui mantra.

Conclusioni

Questo viaggio alla scoperta dei simboli buddhisti è stato molto interessante, non trovi?

Insieme abbiamo scoperto quali sono questi simboli e tutti i loro significati.

Se sei ai primi passi nel tuo percorso di meditazione ti consiglio vivamente di conoscerli al meglio, in questo modo potrai apprezzare molto di più ogni tua sessione di meditazione e il tuo rapporto con il mondo della spiritualità.

Conoscevi già questi simboli? Li hai mai utilizzati? Fammelo sapere nei commenti!

Namastè ??

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